0

Your Cart is Empty

June 05, 2021 5 min read

Storia della Cannabis e del Cbd

I documenti storici dimostrano che la pianta di cannabis abbia avuto nel corso dei secoli una vastissima gamma di utilizzi. Prove dell'utilizzo della cannabis si hanno fin dai tempi del Neolitico, testimoniate dal ritrovamento di alcuni semi fossilizzati in una grotta in Romania. Il più antico manufatto umano ritrovato è un pezzo di stoffa di canapa risalente all'8000 a.C. La cannabis fornisce da millenni un'ottima fibra tessile, e principalmente per questo cominciò a essere coltivata in epoche storiche antiche, in Asia e in Medio Oriente. Già nel XVI secolo si cominciò a coltivarla nell'Inghilterra orientale, ma la sua produzione commerciale si iniziò in Occidente nel XVIII secolo, dove l’Italia gioco un ruolo chiave. Nell’applicazione teraupetica veniva utilizzata per guarire da disturbi e patologie già nel 2737 a.C. Infatti, l’imperatore cinese Sheng Nung beveva infusi di tè con cannabis per ottenere aiuto contro diversi tipi di problemi, come: malaria, reumatismi, gotta, memoria. Tra le altre cose, alcuni studiosi ritengono che la regina Vittoria (il cui regno è durato fino al 1901) abbia fatto uso di CBD per attenuare i suoi crampi mestruali. I primi passi che hanno dato il via a una serie di ricerche scintifiche tuttavia sono stati fatti nel 1839, quando il medico e ricercatore irlandese William O’Shaughnessy pubblico un interessante studio circa gli effetti della cannabis. A quei tempi era uno scritto piuttosto controverso, ma fu proprio a partire da tale pubblicazione che la cannabis iniziò a migliorare progressivamente la sua reputazione in ambito medico e scientifico. Infatti, lo studioso documentò alcuni effetti terapeutici di tale pianta appositamente osservati.
A scoprire un primo cannabinoide fu Robert Cahn, che dapprima identificò la struttura parziale del CBN (cannabinolo), e nel 1940 la sua forma completa. Dopo due anni, Roger Adams entrò nella storia in quanto riusci per la prima volta ad isolare il cannabidiolo, ossia il CBD. Nel 1963 il dottor Raphael Mechoulam fece il primo passo utile verso una maggiore comprensione degli effetti dei cannabinoidi, poiché riuscì per la prima volta a identificare le caratteristiche interne del CBD, ossia la stereochimica delle molecole di tale composto. Negli anni ottanta il dottor Mechoulam e la sua squadra di ricercatori condussero uno studio riguardante l’applicazione del CBD per trattare l’epilessia. I risultati emersi furono molto significativi: su un gruppo di 8 persone, dopo solo quattro mesi di trattamento con 300 mg di CBD al giorno, la metà di costoro smise di avere crisi epilettiche. Gli altri invece mostrarono una diminuzione della frequenza di tali crisi. Poco meno di dieci anni dopo la ricerca appena descritta, alcuni scienziati riuscirono a scoprire altri cannabinoidi interni alla cannabis, e identificarono anche il sistema endocannabinoide (SEC) dell’organismo umano: si tratta di una rete di recettori che possono interagire con i cannabinoidi della cannabis. Questo sistema tiene sotto controllo determinati aspetti dell’organismo (tra cui mente, sistema nervoso, percezione del dolore, metabolismo, ecc.), e in alcuni casi i cannabinoidi, se vengono assunti, possono aiutarlo a funzionare meglio. Negli anni seguenti, con il continuo progredire della ricerca scientifica sulla cannabis e i cannabinoidi, sempre più scienziati e medici cominciarono ad avere interesse nei confronti della pianta e delle sue potenzialità.

Quale è la differenza tra CBD e THC?


Prima di conoscere le proprietà benefiche di quello che è a tutti gli effetti un metabolita, cioè il prodotto del processo finale del metabolismo nell’organismo, sarebbe opportuno distinguere tra il CBD ed il THC, i principali elementi della cannabis. Spesso questi due componenti vengono confusi e associati entrambi al concetto di “illegalità”; proprio per questo è fondamentale capire cosa sono, quali effetti generano, le proprietà di ciascuno e le principali differenze.
Il THC, scientificamente tetraidrocannabinolo o delta 9-tetraidrocannabinolo, è quello più discusso e anche il più noto, perché è il principio attivo in grado di generare effetti psicoattivi, i suoi effetti e le sue proprietà sono notevoli, considerato che diverse ricerche hanno dimostrato che tale principio attivo può migliorare le funzioni sensoriali come la vista, l'udito, la sensibilità al colore, e non solo. Tale principio può infatti incrementare l'eccitazione sessuale negli uomini e nelle donne, e può cambiare entro certi limiti anche la percezione dello spazio-tempo. In aggiunta a ciò, il principio THC è utile per poter produrre una forte sensazione di euforia in quanto sviluppa il rilascio di dopamina, per assicurare il benessere mentale e per “affinare” la mente incoraggiando la curiosità e la creatività. Il THC è anche noto per aumentare l'appetito interferendo con la leptina, responsabile dell'ormone della sazietà. E anche vero che livelli di THC troppo elevati possono causare alcuni effetti collaterali come il disorientamento spazio - temporale, la perdita di memoria, la tachicardia, il nervosismo, l’ansia e la paranoia motivo fondamentale per cui la cannabis è ancora illegale in moltissimi Paesi del mondo. Diversamente, il CBD (ovvero il cannabidiolo) è assolutamente privo di azioni psicoattive, anche se spesso viene confuso e associato erroneamente al THC. Anche il CBD, come il THC, viene sempre più spesso sperimentato e utilizzato dai ricercatori per fini medici perché grazie alle sue numerose proprietà è in grado di contrastare in modo efficace e naturale diversi disturbi, anche di tipo cronico, e di coadiuvare e supportare l’azione di diverse terapie farmacologiche tradizionali.
A differenza del THC, il CBD non ha quindi effetti psicotropi ma offre numerosissimi benefici grazie alle sue tante proprietà, senza produrre effetti collaterali indesiderati; proprio per questo il CBD è legale praticamente in tutti i Paesi del mondo. Tra i numerosi effetti benefici del CBD come abbiamo già evidenziato ricordiamo i suoi potenti effetti sedativi e la capacità di aiutare in modo efficace nel trattamento della schizofrenia, di combattere l’ansia, gli attacchi di panico e la depressione, ma anche le infiammazioni, le artriti, le emicranie e perfino gli spasmi muscolari dettati da varie patologie incluso il Parkinson. È, inoltre, efficace per contrastare la nausea, ridurre i livelli di zucchero nel sangue, l’alcolismo, l’artrite reumatoide e alcune patologie cardiovascolari.

Legalizzazione del CBD nel mondo

Dal momento che è impossibile che il CBD abbia gli effetti di una droga, gli articoli contenenti questo cannabinoide possono aggirare il divieto legale che grava sulla marijuana. Infatti è il THC ad essere illegale, per la sua capacità di avere effetti psicotropi. Quando si fa un esame del sangue, lo scopo è quello di distinguere solo il contenuto di THC nel sangue, e non quello della cannabis. Perciò, se si è fumata marijuana senza THC, conosciuta anche come canapa o cannabis light, non si sarà infranta alcuna legge. In aggiunta, i principi che regolano l’utilizzo della canapa valgono solo relativamente ai limiti imposti sulla cannabis. La verità è che ogni giurisdizione che non è in grado di legalizzare la cannabis con elevate percentuali di THC per uso medico, ha almeno qualche legge che permette alle persone di utilizzare articoli contenenti CBD o con basso contenuto di THC per i benefici alla salute e per le loro proprietà ricostituenti. Il più delle volte ciò comporta l’estrazione del cannabidiolo dalla canapa invece che dai fiori di cannabis. D’altra parte, in luoghi che prevedono l’utilizzo della cannabis ad alto contenuto di Thc a scopo curativo, il cannabidiolo è facilmente reperibile e anche semplice da acquistare

Cannabidiolo: Vari studi che lo collegano alla cura del Cancro

Sono due gli studi principali che legano il cannabidiolo alla cura di malattie come il cancro. Il primo risale al 2007 ed è stato realizzato da un equipe del California Pacific Medical Center Research Insitute. Secondo le ricerche il CBD è in grado di bloccare il gene Id-1, lo stesso che provoca la diffusione delle metastasi al seno . Altro studi più recenti come quello dell’Università di Rostock in Germania lega il CBD al THC. Insieme potrebbero portare alla distruzione di cellule tumorali, stimolando la formazione di una proteina, ICAM-1, che agisce sulle cellule aggredite dal tumore. Citiamo del 2018 lo studio in merito al trattamento del cancro al pancreas che afferma un notevole aumento delle potenzialità di allungamento della vita ai soggetti con tali patologie.


newsletter

4